LECCO - MILANO - MORBEGNO
Colmare il mismatch e arginare l’immigrazione clandestina è possibile: il Progetto Senegal
Un partenariato virtuoso per dare futuro ai giovani senegalesi e alle aziende italiane
Sono trascorsi pochi giorni dal rientro in Italia della delegazione di IAL Lombardia, Cisl Lombardia/Sondrio, ANOLF Lombardia e ISCOS Lombardia dal Senegal, dove è stato avviato il Progetto Senegal: un’iniziativa innovativa volta a contrastare l’immigrazione clandestina e a favorire la migrazione regolare attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo di giovani senegalesi qualificati nelle aziende italiane.
Emigrazione circolare
Il paese ha alti tassi di disoccupazione, particolarmente tra i giovani, il che spinge molti a cercare opportunità all’estero.
Nonostante alcuni segnali di miglioramento nelle condizioni democratiche e socio-politiche recenti, la mancanza di prospettive economiche e di opportunità professionali, spinge i giovani all’emigrazione, altra piaga locale che, come sottolineato dall’Ambasciatrice italiana Caterina Bertolini che abbiamo incontrato in Senegal, si sta cercando di arginare.
Dai morti in mare alla depauperazione del territorio, il fronte è comune: per tutti quei ragazzi che vogliono lasciare la terra d’origine, il nostro progetto rappresenta una nave sicura su cui viaggiare e una soluzione immediata alle tante aziende locali italiane che fanno fatica a trovare personale.
Le basi ci sono già
Il Progetto prevede una dimensione senegalese e una italiana: prima studio della lingua italiana (con raggiungimento del livello A1) e, a seguire in Italia, l’avvio di un tirocinio formativo nelle nostre aziende.
I ragazzi selezionati sono già scolarizzati, conoscono il francese e hanno già una famiglia in Valtellina in modo da facilitare gli ingressi in Italia e il ricongiungimento familiare.
Inseriti in tirocinio, la formazione deve consolidarsi con focus sulla parte tecnica di base, educazione civica, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e formazione professionale specifica. Poi, al termine del tirocinio i ragazzi potranno decidere di ritornare nel paese d’origine restituendo allo stesso le competenze acquisite o, chiedere la trasformazione in un permesso di lavoro.
Le nostre Area Manager, Paola Colombo e Ileana Soana, presenti sul luogo hanno incontrato i partecipanti, spiegando loro il fabbisogno italiano – dalla ristorazione, al turismo, all’agricoltura – e somministrato i questionari per un iniziale bilancio delle competenze affinché, i colloqui on line che saranno fatti dai nostri tutor, possano essere poi condotti con obiettivi e inquadramenti più precisi.
Servono i finanziamenti
Il grande lavoro svolto dai volontari del CPIA di Morbegno deve trovare un seguito attraverso apposite misure di finanziamento da parte delle aziende e dallo Stato.
In fase di studio da parte dei nostri colleghi, è il bando di Fondimpresa Avviso n. 4/2024 “Interventi sperimentali per l’implementazione di programmi di formazione professionale e civico linguistica in Paesi terzi” da poco pubblicato per valutare le opportunità di finanziamento per la formazione delle persone direttamente nei paesi di origine.
Le imprese hanno un ruolo importante in progetti di questo tipo: attraverso politiche inclusive, formazione mirata e collaborazioni strategiche, le aziende possono beneficiare di un capitale umano diversificato e innovativo, come ha precisato Aurelio Regina, Presidente Fondimpresa.
Nondimeno anche la Regione e lo Stato devono supportare iniziative di questo tipo e lo strumento, ad esempio, del tirocinio extra Ue può rappresentare una valida opportunità per questi ragazzi; mentre per la formazione, la misura GOL è quella che meglio si presta agli obiettivi del progetto.
Da idea a concretezza
Grazie alla Cisl di Sondrio, all’ANOLF Sondrio e all’ISCOS per aver dato vita a questo importante progetto che sta prendendo forma e di cui vi continueremo a dare notizie nei prossimi mesi. La riduzione del numero di migranti irregolari aumenterà la sicurezza e la legalità; inoltre la collaborazione tra i due Paesi nel campo della formazione e del lavoro contribuirà a costruire relazioni più solide e durature.
L’iniziativa è un esempio di come la collaborazione tra sindacati, enti no profit, aziende e istituzioni pubbliche può dare vita a soluzioni concrete per contrastare l’immigrazione clandestina, fornire una risposta concreta al mismatch che affanna le nostre aziende; un modello da adottare anche altrove.